ROMA CI PROVA
Quando i combattimenti della II^ guerra mondiale si conclusero, l'Italia dovette fronteggiare, oltre alla fatica enorme di rimettere in piedi un paese distrutto, la diffidenza riservata agli ex alleati del nazismo. In un lasso di tempo abbastanza breve, tuttavia, lo sport italiano riuscì a riconquistare fiducia e credito negli ambienti internazionali.
Fu, questa, la conseguenza della politica seguita dai governi dell'epoca, in particolare dal presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e da un suo giovanissimo sottosegretario, Giulio Andreotti. Contrariamente alle prime intenzioni, difatti, venne evitata la liquidazione del Comitato olimpico nazionale (CONI) fornendo, anzi, di nuovi mezzi Giulio Onesti, nominato prima 'commissario' quindi eletto presidente dello stesso CONI. Proprio l'acquisita indipendenza economica, garantendo un affrancamento dell'ente dalle pressioni politiche e partitiche (il CONI era stato trasformato, dal vecchio regime, nel braccio 'muscolare' del Partito nazionale fascista), permise a Onesti di sviluppare, sul piano tanto nazionale (di ricostruzione dell'organizzazione sportiva) quanto internazionale, un'azione che diede rapidi e positivi frutti.
Uno dei primi importanti risultati di questo processo fu l'assegnazione a Cortina dei Giochi Olimpici invernali 1956 (avvenuta nel 1949 durante il Congresso del Cio che si svolse proprio a Roma) e, riconoscimento ben più importante, il successo nella votazione tenutasi alla sessione CIO del 1955 in cui Roma batté Losanna 35-24 come sede dell'Olimpiade estiva 1960. Roma coronò quindi il suo sogno olimpico il 16 giugno 1955, durante la 50ª Sessione di Parigi del Comitato Internazionale Olimpico.