Boston - Berruti - Le Olimpiadi d'Italia

LE OLIMPIADI D'ITALIA
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Boston - Berruti

Ralph Boston

Sulla pedana del lungo, quel pomeriggio avanzato del 2 settembre, il campo quasi ingestibile di 49 concorrenti si era sfoltito e ridotto agli sforzi decisivi degli americani Ralph Boston e Bo Robertson, del tedesco Manfred Steinbach e del sovietico Ter-Ovanesyan. Toccava a Boston che mentre correva per il suo ultimo salto romano, avvertì che qualcosa non andava nel suo passo. In volo tentò di concentrarsi sui piedi per centrare bene l'atterraggio. Non perfetto - sapeva di poter far meglio - ma quando gli addetti comunicarono la misura ufficiale di 8,12, Boston capì di aver migliorato il record olimpico. Sapeva anche che questo non gli assicurava nemmeno una medaglia, perchè ai suoi tre rivali restava ancora un salto.

On the platform of the long jump, that afternoon of September 2, there were 49 competitors but the final race was restricted to the Americans Ralph Boston and Bo Robertson, the German Manfred Steinbach and the Soviet Ter-Ovanesyan. During one of the last jumps, Boston felt that something was wrong with his stride. During the flight he tried to concentrate on his feet, in order to land well. It wasn't perfect - he knew he could do better - but when the officials announced the official measurement of 8.12, Boston knew he had improved on the Olympic record. He also knew that this didn't even guarantee him a medal, because his three rivals still had one jump left.

Il pimo fu Igor Ter-Ovanesyan che si levò in aria atterrando a 8,04, dietro Boston, ma avanti a tutti gli altri. Manfred Steinbach, lunghista e velocista passato dalla Germania Est  a quella Orientale l'anno prima, saltò subito dopo ed anche lui toccò gli 8 metri, ma senza superarli, a pochi centimetri dal sovietico. Ora restava solo il salto di Bo Roberton. Boston era lì accanto, il suo cuore doveva picchiare proprio forte mentre misuravano il salto di Robertson. Poi il tabellone elettronico comunicò la misura: 8,11. Boston aveva vinto di un centimetro; argento per Robertson, bronzo per Ter-Ovanesyan.

The first was Igor Ter-Ovanesyan, who took to the air landing at 8.04, behind Boston, but ahead of all the others. Manfred Steinbach, long distance runner and sprinter who had moved from East Germany to the East the year before, jumped immediately afterwards and he too touched 8 meters, but without exceeding them, just a few centimeters from the Soviet. Only Bo Roberton's jump remained. In Boston their hearts were beating fast while they were measuring Robertson's jump. Then the electronic scoreboard communicated the measurement: 8.11. Boston had won by one centimeter; silver for Robertson, bronze for Ter-Ovanesyan.


Livio Berruti

Tutto esaurito lo Stadio Olimpico, il pomeriggio del 3 settembre, per vedere la finale dei 200 metri piani. I sei finalisti (tra i quali 3 americani - Norton, Carney e Stone Johson - un francese Seye, un polacco Foik e l'italiano Livio Berruti) erano ciò che restava di un battaglione iniziale di 71 concorrenti. Dell'italiano l'inviato statunitense Neil Allen scrisse "il battito d'ali di quel gentil uccello e la falcata di seta dello sprinter si muovono in perfetta armonia. Grazia, rapidità, fluidità per me sono sinonimi di Berruti".

The Olympic Stadium was sold out on the afternoon of September 3 to see the final of the 200 meter dash. The six finalists (three Americans - Norton, Carney and Stone Johson - a Frenchman Seye, a Pole Foik and the Italian Livio Berruti) were what remained of an initial battalion of 71 competitors. The American journalist Neil Allen had written about Berruti: "the beating of wings of that gentle bird and the silken stride of the sprinter move in perfect harmony. Grace, rapidity, fluidity for me are synonymous with Berruti".
Il documento di omologazione del record del mondo di Berruti del 1960

Alle 15,10 il via. Berruti, nella corsia 4, saltò bene in partenza. Ai settanta metri era in testa e allungò avvicinandosi alla curva, poi si ricordò che in semifinale aveva addolcito dopo la curva, ora non doveva ripetersi, doveva allungare il passo e non perdere il controllo della sua azione. Nell'ultimo tratto Norton si spense e Stone Johnson rimase staccato. Abdoulaye Seye, il senegalese che correva sotto la bandiera francese, si spinse oltre il polacco Marian Foik. Les Carney stava rimontando dall'esterno. Berruti si avvicinò alla linea d'arrivo sapendo di essere ancora in testa e si tuffò sul filo, ribaltandosi poi sul rosso scuro della pista esausto. Con 20.5 Berruti, migliorando il record olimpico ed eguagliando quello mondiale, vinse l'oro, mentre a Carney andò l'argento ed a Seye il bronzo.

At 15.10 the start. Berruti, in lane 4, started very well. At the seventy meters he was in the lead and stretched as he approached the curve, then he remembered that in the semifinal he had made a mistake after the curve, and he should not repeat that mistake, he had to lengthen his pace without losing control of his action. In the last stretch Norton collapsed and Stone Johnson was left behind. Abdoulaye Seye, the Senegalese who was running under the French flag, overtook the Polish Marian Foik. Les Carney was remounting from the outside. Berruti approached the finish line knowing he was still in the lead and dived to the wire. With 20.5 Berruti, improving the Olympic record and equaling the world record, won the gold, while Carney won the silver and Seye the bronze.

Le scarpe usate da Livio Berruti nella gara dei 200 metri ai Giochi Olimpici di Roma 1960 ed esposti alla mostra per i 50 anni dei Giochi di Roma
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