Le altre gare
Negli 800 metri, dopo la sorpresa della eliminazione di tutti i concorrenti statunitensi, vinse a tempo di record il neozelandese Peter Snell, prima medaglia d'oro non americana sulla distanza dal 1932.
L'8 settembre si svolse la gara degli 800 metri femminili, rientrata nel programma olimpico dopo 32 anni (l'ultima volta si era disputata ad Amsterdam nel 1928). Questa finale era l'Oceania contro l'Europa, infatti le nove concorrenti provenivano dall'Australia (Brenda Jones e Dixie Willis), dalla Germania (Antje Gleichfeld, Ursula Donath e Veronika Kummerfeldt), dall'Unione Sovietica (Ljudmila Lysenko Shevtsova, primatista del mondo), dalla Gran Bretagna (Joy Jordan), dall'ungheria (Gizella Csoka) e dalla Polonia (Beata Zbikowska). Allo sparo partirono in tromba e Dixie Willis si incaricò di fare l'andatura e guidando il gruppo al primo giro con la Shevcova la Jones e la Donath alle calcagna. La Willis a 50 metri dall'arrivo, scartò di lat dalla pista e finì sul prato esanime. La volata finale vide tagliare per prima il traguardo la Shevtsova (con record mondiale 2'4"03) davanti alla Jones ed alla Donath.
Il 2 settembre, si disputò la gara di marcia sui 20 km., La gara vedeva la partenza e l'arrivo allo Stadio Olimpico e si disputava in un tracciato nella zona tortuosa del Foro Italico. Il più accreditato per la vittoria finale era il sovietico Anatoliy Vedyakov, in assenza dei tre del podio di Melbourne 1956, possibili contendenti lo svedese Ljunggren, gli inglesi Hall, Matthews e Vickers e il tedesco Lindner. Al quinto km. passò primo Matthews seguito da tutti gli altri che, a causa del caldo di quella estate romana, si coprivano il capo con qualsiasi cosa, 'unico a cui l'umidità romana non dava fastidio era l'indiano Zora Singh, nonostante la sua lunga barba e i lunghi capelli. Al qunto giro Vladimir Golubnichiy portò il suo attacco, prese il comando delle operazioni e non lo lasciò più. Dietro di lui si avvicinarono Matthews e Solodv ma fu Freeman l'unico a insidiargli la vittoria negli ultimi metri. Vickers, con uno sprint finale, riusci ad agguantare la medaglia di bronzo.
La finale della gara degli 80 metri ad ostacoli femminile, vide ai nastri di partenza tre atlete sovietiche (Press, Bystrova e Kosheleva), la tedesca Birkemeyr e le britanniche Quinton e Brignal. Allo sparo dello starter la tedesca fu bruciata da Irina Press, che partì come un missile superando, senza fatica, il primo ostacolo. Poi, grazie al suo perfetto stile, prese quell'esiguo vantaggio che mantenne fino alla fine della corsa, chiudendo in 10"2. Seconda l'inglese Carole Quinton (10"9) e terza la tedesca Gisela Birkemeyer.
La finale dei 5000 metri, che vedeva favorito il neozelandese Murray Halberg, si disputò alle ore 17,12 del 2 settembre. Nei primi due giri si alternarono il polacco Zimmy ed il tedesco Janke. A metà gata Halberg mosse dalla settima posizione portandosi alle spalle del treno che guidava il gruppo. Al quinto giro si era formato un sestetto che aveva creato un leggero distacco con il resto del gruppo, tra questi Halberg, il tedesco Grodotzki, Zimmy poi Thomas, Power e il keniano Maiyoro.
A tre giri dal termine Halberg cambiò marcia, involandosi da solo, come se il traguardo fosse dopo la curva successiva e nulla potè il tedesco, nonostante un'ottima rimonta nel finale. Al terzo posto Zimmy.
Il 3 settembre, alle ore 16,50, ebbe inizio una delle gare più faticose tra quelle che si disputano in una pista di atletica:i 300 siepi. Nelle semifinali i tempi migliori erano stati realizzati dai due atleti sovietici (Sokolov e Rzhistchin) e dal polacco Zdzyslaw Krzyszkowiak e furno proprio questi tre atleti a dominare la gara. Durante la gara i due sovietici, aiutati dal compagno Konov che fece da lepre fin dal primo giro, forzarono l'andatura pper distaccare l'unico vero rivale, il polacco, primatista mondiale della speciaità. E fu proprio il quest'ultimo a tagliare per primo il traguardo, con uno sprint finale grazie alla sua falcata di grande potenza ed eleganza, alle sue spalle Nikolay Sokolov e Semen Rzhistchin.
Alle 16,45 del 5 settembre si disputò la gara dei 110 ostacoli. Favorito di questa gara era il tedesco Martin Lauer che, in questa finale, doveva vedersela con i tre neri d'america: Lee Calhoun, Willie May e Hayes Jones. Lauer, in corsia 5, aveva gli americani alle corsie 4, 2 e 1, le altre due corsie erano occupate dal giamaicano Gardner e dal sovietico Chistyakov. Allo start, il più veloce a lasciare i blocchi fu Calhoun che sfiorò il primo ostacolo (non gli era mai accaduto). Capitò la stessa cosa a Lauer che quasi incespicò sull'ostacolo perdendo il ritmo per un istante, poi quando sembrava stesse recuperando, urtò anche il quinto e sesto ostacolo, immettendosi nella volata finale in quarta posizione.
Calhoun, che controllava il tedesco, non si accorse del sopraggiungere di May e dovette sprintare, tagliando il filo di lana con la testa ed aggiudicandosi l'oro, ma solo dopo il fotofinish, essendo giunto sul traguardo con lo stesso tempo di May (13"8).
La 50 chilometri di marcia si svolse nel pomeriggio del 7 settembre. Trenatanove i partecipanti al via di ventuno nazioni diverse. Il percorso studiato prevedeva la partenza dallo Stadio Olimpico, l'attraversamento di diversi quartieri romani fino ala Magliana e poi Acilia per far ritorno allo Stadio Olimpico, dopo circa 5 ore di gara. Al passaggio di Acilia, quindi a metà gara, l'inglese Donald Thompson era già in vantaggio di oltre un minuto sullo svedese Ljunggren e sull'ucraino Sthcherbina. Poi lo svedese si scatenò, superò Thompson e lo distaccò di oltre 30 secondi. Al quarantesimo chilometro Thompson ripassò in vantaggio con una decina di secondi sullo svedese e un paio di minuti sull'italiano Pamich che nel frattempo aveva a sua volta distaccato l'ucraino Sthcherbina. A tre chilometri dall'arrivo, Thompson portò il suo vantaggio a 20 secondi, vantaggio che portò fino al traguardo e chiudendo in 4 or 25 minut e 30 secondi, nuovo record olimpico. Secondo lo svedese John Ljiunggren e terzo, ad oltre due minuti e mezzo, l'italiano Abdon Pamich.
Nella gara dei 10000 metri il gruppo dei favoriti, non essendo previste qualificazioni ma una finale secca, era composto, a dire degli esperti del tempo, dal sovieticco Pyotr Bolotnikov, dal campione d'Europa il tedesco Hans Grodotzki, da Murray Halberg, vincitore della gara dei 5000 ed dall'inglese Gordon Pirie. Intorno alle 16,30 di quell'8 settembre, i 32 partecipanti alla gara si allinearono sulla linea di partenza in attesa dello sparo che dava il via alla gara. Subito alla partenza furono i tre sovietici (oltre a Bolotnikov erano in gara anche Desyatchikov e Zhukov) a fare l'andatura, un'andatura sostenuta in modo da sfiancare gli avversari. Dopo i primi giri fu Zhukov che prese il comando con qualche metro di vantaggio sul gruppo, seguito però, dal marocchino Abdesselem, poi Bolotnikov raggiunse il compagno lì davanti ed insieme tentarono la prima fuga, bloccata, dopo un paio di giri, dall'ungherese Iharos e dall'australiano Power. La fila andò allungandosi e Pirie, Grodotzki ed Halberg si mantenevano al centro del gruppone. A metà gara, Martin Hyman, provenendo dalle retrovie, con uno scatto incredibile raggiunse i primi ed addiruttura li staccò di una ventina di metri. Power, Rhadi, Iharos e Bolotnikov chiusero immediatamente il gap ed il sovietico riprese la testa della corsa. Ai 9000 metri cominciarono i preparativi per il gran finale. Davanti oramai rimanevano a fare la gara solamente il tedesco, i due sovietici e l'australiano Power, gli altri erano spariti. A 600 metri dall'arrivo Bolotnikov superò Grodotzki e al suno della campana dell'ultimo girò ripartì ancora innestando una marcia più alta, invano inseguito dagli altri. Il sovietico si presentò solo in dirittura d'arrivo e con un ultimo sprint taglio il filo con un tempo vicino vicino al record mondiale ma stabilendo il nuovo primato olimpico (28'32"2). Dietro di lui, lontano 5 secondi, il tedeesco Grodotzk che precedeva di poco l'australiano Power.
La finale dei 400 ostacoli, partì alle ore 16.00 del 2 settembre e vide ai blocchi di partenza gli americani Glenn Davis, Cliff Cushman e Dick Howard, il tedesco Helmut Janz, il finnico Jussi Rintamaki e lo svizzero Bruno Galliker. Dopo lo sparo dello starter, Davis saltò il primo ostacolo in maniera pulita, ma al secondo toccò l'asticella e si scompose disturbando la sua progressione fino al sesto ostacolo. Negli ultimi 150 metri recuperò la coordinazione ed al nono ostacolo superò prima il francese e poi i suoi due connazionali. Sprintò sul rettilineo e chiuse in 49"3, record olimpico ad un centesimo dal suo record mondiale. Cushman e Howard gli arrivarono dietro aggiudicandosi, rispettivamente, argento e bronzo.