2-3 settembre - Le Olimpiadi d'Italia

LE OLIMPIADI D'ITALIA
Vai ai contenuti

2-3 settembre

ROMA 1960 > LE GARE > Nuoto Tuffi e Pallanuoto > Nuoto

La serata del 2 settembre presentava 2 finali, quella dei 200 "butterfly" e la prima delle due staffette femminili, la 4x100 mista. L'americano Michael Troy (già oro nella 4x200 s.l. e detentore del record mondiale col tempo di 2'12"2), era il favorito nella finale dello stile a delfino. I giapponesi scommettevano sul loro Haruo Yoshimuto, un ventenne in grande crescita, mentre gli australiani puntavano su Neville Hayes, un sedicenne di Sydney.

In gara anche l'italiano Federico Dennerlein. La gara fu velocissima, Troy partì in testa e finì davanti, abbassando di mezzo secondo il suo record mondiale e di oltre sei quello olimpico (2'12"8). L'argento andò all'australiano ed il bronzo all'altro americano Gillanders che nel rush finale aveva preceduto l'italiano Dennerlein.

Alle 21 lo starter diede il via alla staffetta mista 4x100 donne, una novità assoluta tra le gare natatorie olimpiche. Il tempo migliore nelle batterie l'avevano ottenuto le britanniche, guidate dalla Lonsbrugh, già oro nei 200 s.l., per cui si erano candidate all'oro. Che le cose in quella finale sarebbero andate diversamente lo si vide subito alla prima frazione a dorso quando la Burke, che toccò il bordo con il nuovo record del mondo (1'09" netti), con tre secondi di vantaggio proprio sulla prima frazionista britannica (Sylvia Lewis). Le britanniche non recuperarono e vennero sopravanzate dalle australiane e dalle tedesche e con la squadra americana, ora in acqua con Patty Kempner, a tenere ottimamente il vantaggio. Vantaggio che aumentò quando fu la volta della Schuler e acquisì dimensioni definitive con la Von Saltza che fermò il cronometro a 4'41"1 (nuovo record del mondo) e nonostante l'orgoglioso recupero della Fraser, che valse alle australiane la medaglia d'argento. Il bronzo andò alle tedesche.

Nella giornata conclusiva, il 3 settembre, si svolsero tre gare, tutte finali e tutte di sera. La prima fu quella dei 100 metri dorso, che confermò i pronostici che davano favoritissima l'americana Lynn Burke, che durante le batterie aveva avvicinato il suo stesso record mondiale. In finale la newyorkese si migliorò ancora di un decimo, toccando 1'09"3. Alle sue spalle la sudafricana di passaporto britannico Natalie Steward e terza la giapponese Kazuhiro Tanaka.

Molto combattuta fu la gara dei 1500 metri stile libero uomini, con il duello in famiglia tra John Konrads e Murray Rose. Fu Konrads a spuntarla, col tempo di 17'19"6 contro il 17'21"7 di Rose. Il bronzo andò all'americano George Breen che negli ultimi metri di gara ebbe la meglio sul giapponese Yamanaka. L'attimo cruciale di questa gara arrivò ai mille metri, quando Konrads superò Rose e poi Breen, con i tifosi americani che facevan un baccano tale che neppure lo speaker riuscì a farsi sentire, poi l'americano alzò bandiera bianca e i due australiani lottarono da soli per le restanti vasche, l'uno contro l'altro.

L'ultima finale partì alle 21,30 con la staffetta della 4 x 100 stile libero donne. Straordinarie furono le prestazioni della Fraser e della Von Saltza, ma la differenza a fawore delle ragazze USA la fece Carolyn Wood, che con una vasca percorsa in 1'02" netti surclassò la Lorraine Crapp di 2 secondi e 7 decimi; letteralmente la inquadrò nel mirino, la affiancò e la.... salutò. Gli Stati Uniti, con Joan Spillane, Shirley Stobs, Chris Von Saltza e Carolyn Wood vinsero stabilendo il nuovo record mondiale (4'08"9), davanti all'Australia (Fraser, Konrads, Crapp e Colquhoun) che fece registrare il tempo di 4'11"3 e poi le tedesche (Brunner, Weiss, Pechstein e Steffin) distanziati addirittura di 11 secondi.

Torna ai contenuti